La cura. Tre focus group sulla salute

Anna Rita Di Cola, Assistente sociale a supporto del Rup e del Direttore di esecuzione del Sai-Ordinari del Comune di Palermo, ha coordinato tre focus group in tema di salute. 
Le abbiamo rivolto qualche domanda per farci spiegare com'è andata e cosa è emerso

Data:

29/09/2025

Tempo di lettura stimato:

Anna Rita Di Cola
La cura. Tre focus group sulla salute

Descrizione

Il Sai Palermo ha tenuto tre focus group in tema di salute: di cosa si è trattato?
Abbiamo organizzato tre focus group su argomenti suggeriti dagli stessi operatori del Sai Ordinari. Due focus hanno trattato il tema della pianificazione familiare, quindi erano rivolti alle donne adulte e di minore età accolte nel Sai Palermo.
L’esigenza è nata quando tre donne sono rimaste in stato di gravidanza senza averlo pianificato. Grazie alla disponibilità della Dott.ssa Ornella Dino, referente dell'U.O.S. Medicina delle Migrazioni dell’Asp di Palermo; della Dott.ssa Tiziana Doveri, ginecologa; della Dott.ssa Tania Macaluso, ostetrica; della Dott.ssa Emma Perricone, assistente sociale, abbiamo potuto dedicare due giornate donne che accogliamo.
L'importanza della pianificazione familiare è sempre attuale ed estremamente importante. Le donne devono essere libere di decidere quanti figli avere e quando averli, ma anche essere libere di decidere di non averne, senza per questo precludere una vita sessuale serena. La pianificazione prevedere i temi del trattamento della fertilità e i temi della contraccezione.
Il terzo incontro era rivolto agli operatori del Sai Ordinari sul tema dell’accoglienza di persone affette da malattie infettive.

Come mai l’esigenza di un focus sulle malattie infettive?
Anche l’approfondimento di questo argomento è stato richiesto da un operatore di una delle nostre sedi che accoglieva una giovane donna affetta da malattia infettiva. All’interno di quella sede si era creata un’atmosfera di dubbi e preoccupazioni per la mancanza di conoscenza della malattia.
«Potrebbe essere contagiosa?», «La signora dovrebbe utilizzare un bagno separato?»: queste e tante altre domande hanno trovato risposta durante questo incontro dedicato agli operatori.

Avete collaborato con il Dott. Tullio Prestileo e la Dott.ssa Lucia Siracusa: cosa è emerso?
La Dott.ssa Lucia Siracusa e il Dott. Tullio Prestileo hanno dato senza esitazione la loro disponibilità ad incontrare gli operatori ed è emerso che la conoscenza delle malattie - non solo infettive - alleggerisce la preoccupazione nell’accoglienza. Durante l’incontro sono stati chiariti i dubbi, sono state spiegate e suggerite le giuste modalità di accoglienza e di condivisione degli spazi in una maniera semplice ed efficace. In sintesi, si può convivere senza rischi insieme a persone affette da malattie come l’HIV, prendendo le giuste e semplici precauzioni.

Avete lavorato solo con il personale delle sedi Sai oppure anche con le persone accolte?
Il focus sulle malattie infettive era dedicato agli operatori del Sai Ordinari, quello sulla pianificazione familiare era destinato esclusivamente alle donne, adulte e di minore età.

Come hanno reagito queste ultime?
Dopo un iniziale normale imbarazzo rispetto all’argomento, le signore hanno ascoltato con attenzione le professioniste e posto moltissime domande. Sono stati anche mostrati loro i vari dispositivi di contraccezione in uso in Italia.

Contraccezione e minorenni è un tema complesso…
Devo dire che rispetto al focus con le donne adulte, quello con le giovani è stato il più partecipato, soprattutto rispetto al momento delle domande. Quasi tutte, desiderose di formare una propria famiglia, hanno posto domande ed esposto riflessioni molto puntuali, anche rispetto alla possibilità di recarsi da sole presso i servizi sanitari, vista la minore età.

La sessualità nelle persone migranti è influenzata da una combinazione di fattori come le origini culturali, le esperienze di migrazione e la condizione di vulnerabilità: avete qualche dato, da questi focus group?
Sì, le origini culturali, le esperienze migratorie, la condizione di vulnerabilità - legale, economica e psicologica - hanno un peso significativo nella modulazione della sessualità nelle persone migranti, a livello di comportamenti, traumi, possibilità di esprimere identità sessuale/di genere, salute sessuale. Non abbiamo dati ricavati perché non siamo entrati nella intimità delle storie personali di ognuno di loro.

Anche la dimensione della cura varia a seconda delle origini culturali?
Sì certo, la dimensione della cura intesa sia come prendersi cura di sé, del proprio corpo, della salute e della sessualità, sia come prendersi cura degli altri nelle relazioni varia a seconda delle origini culturali. In alcune culture, per esempio, parlare apertamente di sessualità, contraccezione, malattie sessualmente trasmesse è tabù, per cui l’accesso ai servizi può essere ostacolato. Anche la sofferenza psicologica, legata a violenza o trauma sessuale, non viene vista come malattia ma più come squilibrio spirituale: la cura quindi passa attraverso riti religiosi, preghiere e/o pratiche comunitarie. Questo può rendere difficile l’accesso alla psicoterapia o ad un sostegno specialistico. Qui rientra il fondamentale servizio della mediazione linguistico-culturale perché i professionisti mediatori diventano “ponti” tra culture, proprio perché “cura” non significa la stessa cosa per tutti.

Ci sarà una seconda parte di questi focus group?
Riprenderemo le attività di informazione e formazione con un nuovo focus: “L’individuazione precoce dei sopravvissuti a violenze intenzionali e torture”, un tema delicato e fondamentale. L’individuazione precoce può davvero fare la differenza: ci permette di prevenire il deterioramento psichico e la cronicizzazione dei traumi e di adattare meglio l’accoglienza e le procedure di asilo ai bisogni specifici di chi ha vissuto esperienze estreme. Per questo, abbiamo chiesto a Medici Senza Frontiere di organizzare degli incontri di formazione dedicati: un’occasione preziosa per acquisire strumenti concreti e rafforzare insieme le nostre competenze. Il nostro impegno non è solo quello di accogliere, ma di farlo con attenzione, consapevolezza e cura. Ed è con questo spirito che riprendiamo le attività, con l’obiettivo di renderle uno spazio di crescita e di scambio per tutti e tutte.

Ultimo aggiornamento: 29/09/2025 20:13

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