È lavoro solo se è decente

Che cos’è la "decenza" del e nel lavoro? Cosa significa decent work? Una cosa ormai è certa: la "sostenibilità" non è solo un "affare dell'ambiente”. Ambiente e persona sono strettamente legati, in un ecosistema che guarda alla relazione uomo-lavoro.

Data:

01/05/2025

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È lavoro solo se è decente

Descrizione

Il Goal n. 8 dell'Agenda 2030, rubricato come "Lavoro dignitoso e crescita economica", ci dice che occorre «Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti».

Un segno forte, dunque, che il programma globale di azione per uno sviluppo sostenibile includa il lavoro tra gli obiettivi senza i quali non è possibile fare azioni di prosperità per il pianeta e le persone.

Perché una cosa ormai è certa: la "sostenibilità" non è solo un "affare dell'ambiente", avulso e indipendente dall'uomo.

Ambiente e persona sono strettamente legati, in una visione di ecosistema ad "ecologia ed armonia integrale" da cui non si può prescindere.

Nel 1999 il Direttore Generale dell’ILO, Juan Somavia, ha presentato alla Conferenza Internazionale del Lavoro il Rapporto “Decent work” all’interno del quale afferma per la prima volta: «Oggi l’obiettivo primario dell’ILO è garantire che tutti gli uomini e le donne abbiano accesso ad un lavoro produttivo, in condizioni di libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità umana. Nasce così, il concetto di decent work o lavoro dignitoso».

Il Rapporto indica quindi che il lavoro, per essere considerato dignitoso, deve portare a chi lo fa dignità personale, stabilità familiare, pace nella comunità, democrazia e crescita economica.

«Il fenomeno migratorio è fortemente collegato al mondo del lavoro: molte persone scelgono di emigrare per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro», ci dice l'OIL che stima in 167,7 milioni i migranti che facevano parte della forza lavoro dei paesi di destinazione nel 2022.

I lavoratori migranti, dunque, contribuiscono allo sviluppo economico e sociale dei paesi sia destinazione che di origine. Per l'OIL «L’integrazione dei lavoratori migranti nel mercato del lavoro è un requisito essenziale affinché tali contributi possano essere realizzati. La gestione dei flussi migratori richiede interventi in termini di governance, politiche anti-discriminatorie d’integrazione e protezione sociale volte ad assicurare un lavoro dignitoso ai migranti e migliori condizioni di vita per loro e per le loro famiglie».

La nuova pubblicazione dell’OIL Temporary labour migration: Towards social justice? (Migrazioni temporanee: verso la giustizia sociale) di febbraio 2025, fa un focus sull'evoluzione dei programmi di migrazione temporanea per lavoro e la loro influenza sul mercato del lavoro locale e sulla vita dei lavoratori migranti.

«In molti casi - spiega la ricerca - è stato dimostrato che i programmi di migrazione temporanea per lavoro espongono i lavoratori a deficit di lavoro dignitoso, limitano i diritti e escludono i lavoratori dalle tutele offerte dalle leggi sul lavoro».

Sulla "International Labour Review", Anker, Chernyshev, Egger e Mehran hanno descritto le sei dimensioni associate al lavoro:

  1. Il lavoro dignitoso non è possibile senza lavoro (qualsiasi attività economica, compreso il self-employment, il lavoro in aziende familiari e qualsiasi attività retribuita, formalmente o informalmente).
  2. Il lavoro in condizioni di libertà (libertà di scelta; l’inaccettabilità di certe condizioni di lavoro, lavoro forzato, lavoro in schiavitù, lavoro minorile; libertà dei lavoratori di appartenere ad associazioni di tutela e di essere liberi da discriminazioni).
  3. Il lavoro produttivo (qualità della vita accettabile per sé e per i propri familiari; sviluppo sostenibile e competitività delle aziende e dei paesi).
  4. Il lavoro equo (trattamenti e opportunità equi nel lavoro; assenza di discriminazione sia nell’accesso al lavoro che nel suo svolgimento; conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita).
  5. Il lavoro sicuro (salvaguardia della salute, la pensione e altre forme di protezione in caso di malattie; garanzia dall’insicurezza derivante dalla possibile perdita del lavoro).
  6. Il lavoro con dignità (rispetto nei luoghi di lavoro; partecipazione attiva nelle decisioni sulle proprie condizioni di lavoro; diritto di rappresentare i propri interessi collettivamente).

Buon primo maggio

gabriella debora giorgione

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Ultimo aggiornamento: 02/05/2025 08:49

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